La mente non risiede solo nel cervello, ma in tutto il corpo. (Francisco Varela)
Solitamente si chiede ai leader di essere veloci, di saper reagire alle sfide in modo istantaneo ed efficace, di essere pronti a accogliere il cambiamento.
E se l’alternativa alla “determinazione rapida” fosse un approccio che applica i principi della mindfulness?
Gli atleti hanno ben presente come una buona prestazione sportiva sia l’esito del perfetto equilibrio tra pensieri, emozioni e stato fisico. Perché non dovrebbe valere lo stesso principio per un manager?
La mindfulness può essere definita come la capacità di restare concentrati sul presente, con mente aperta e concentrata e un approccio compassionevole verso se stessi e verso gli altri.
Quali sono i vantaggi?
La concentrazione sul presente è la capacità di focalizzare la propria attenzione e quindi i propri pensieri. Potenziare questo skill significa quindi essere più efficaci e rapidi.
Le neuroscienze hanno dimostrato come la pratica della mindfulness rinforzi la materia grigia del cervello, che è responsabile – tra l’altro – del controllo delle facoltà intellettive, della capacità di apprendimento, della memoria a breve e a lungo termine, del linguaggio, del pensiero.
E ancora, la pratica continuativa modifica i “trigger” neuronali che ci fanno solitamente reagire ai potenziali conflitti utilizzando la corteccia prefrontale e quindi suscitando reazioni iperemotive e inconsapevoli: la mindfulness ci aiuta a disinnescare questi scatti automatici attivando un comportamento razionale dove le emozioni sono attivate con consapevolezza e utilizzate per vivere al meglio il momento presente.
Che cosa può fare Paideia per i leader?
Progettiamo percorsi su misura, in cui la formazione sulla leadership è integrata con le tecniche di mindfulness, perché pensiamo a leader capaci di superare i bias e di utilizzare al meglio il loro potenziale per vivere con consapevolezza se stessi e il proprio ruolo.